sabato, Agosto 30, 2025

Fabri Fibra, Milano e l’eco di un Sold-Out: Anatomia di una fame che non si spegne mai

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Un’arena non bastava. La città ha urlato e Fibra ha risposto. Annunciata una seconda data a Milano. Cronaca di come l’architetto del rap italiano, a due decenni di distanza, sia ancora la voce più necessaria che abbiamo.

Ci sono gli artisti che cavalcano le onde, e ci sono quelli che le onde le creano. Poi c’è Fabri Fibra. E lui, il mare, l’ha prosciugato per costruirci sopra le fondamenta di tutto quello che ascoltate oggi. E la notizia, nuda e cruda, arrivata oggi, 16 giugno, è questa: Milano ha divorato la data del 30 settembre all’Unipol Forum. Polverizzata. Sold out. Non c’era più un posto a sedere, a piangere, a urlare. E quindi? Fine della storia? Macché.

La città ha continuato a bussare, a chiedere, a pretendere. E lui, Fabrizio Tarducci, ha fatto quello che un re fa quando il suo popolo ha ancora fame: ha aggiunto un’altra cazzo di data. Mercoledì 1 ottobre. Stesso posto, stesso ring. L’Unipol Forum.

Fabri Fibra Festival Tour 2025

Fermatevi un secondo e pensateci. Dopo più di vent’anni. Dopo “Tradimento”, che è stato lo schianto di un meteorite nel laghetto della musica italiana. Dopo aver sdoganato il rap, averlo trascinato per i capelli fuori dai centri sociali e averlo costretto a diventare il nuovo cantautorato, la lingua con cui si racconta il Paese reale. Dopo tutto questo, l’uomo è ancora così rilevante, così sintonizzato sul presente da riempire un’arena per due sere di fila. Non è un successo commerciale. È un plebiscito culturale. È la prova che la tecnica, il contenuto e le rime che ti si conficcano nel cervello come schegge di vetro non passano mai di moda.

Fabri Fibra Mentre Los Angeles Brucia

E non viene a fare il jukebox dei suoi classici. No. Arriva con un carico di roba nuova, un album che già dal titolo ti prende a schiaffi: “MENTRE LOS ANGELES BRUCIA”, fuori tra quattro giorni. E il concetto dietro è Fibra al suo meglio, più lucido e spietato che mai. È lui bloccato a L.A. da una tempesta, che accende la TV e sente che il mondo là fuori brucia, che la gente muore, e si chiede: “Mentre il mondo va a puttane, e ci succede qualunque cosa attorno, noi cosa facciamo?”

Ecco perché la gente fa la fila per vederlo. Perché Fibra non ti offre una via di fuga. Ti costringe a guardare. Lo fa con “CHE GUSTO C’È”, che le radio passano a manetta, e lo fa con “STUPIDI”, un pezzo che puzza di strada e verità, il cui video è già una cicatrice nella Top3 di YouTube.

Questo tour estivo, che parte il 3 luglio e devasta l’Italia fino a Napoli, passando per il Circo Massimo di Roma, è solo l’antipasto. Il vero massacro, la resa dei conti, sarà a Milano. Sarà l’occasione di sentire il nuovo disco suonare come dovrebbe: vivo, urlato, sudato, sputato addosso a diecimila persone.

La prima notte è andata. È per i fortunati, per i fulmini che hanno comprato il biglietto in tempo. La seconda, quella del 1° ottobre, è la grazia ricevuta. È la seconda chance che la vita raramente ti concede. È l’ultima chiamata per salire a bordo.

Non andare a vedere Fibra nel 2025 non è perdere un concerto. È perdere una lezione. È perdere l’occasione di vedere un maestro all’opera, un cronista spietato che, mentre Los Angeles brucia, è ancora qui a raccontarci perché il fuoco, a volte, siamo noi.

Robert M. Generi
Robert M. Generi
Chiamami Rob! Sono metà statunitense, metà emiliano, cresciuto tra Seattle e Bologna. Appassionato di football (quello americano! :D), soprattutto tifo per i Seattle Seahawks. Amo la musica di ogni genere, ma il rap italiano mi ha rubato il cuore, spingendomi a scrivere per un magazine italiano. La lingua italiana mi fa impazzire, e cerco di mescolare le mie influenze tra le due culture nella mia scrittura. Stay tuned per scoprire di più sul mio viaggio!

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