sabato, Agosto 30, 2025

Non una festa per dimenticare, ma un rito per vivere più forte: benvenuti al BeaLive Festival.

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Ci sono giorni in cui il mio lavoro è facile. Un grande nome annuncia un tour negli stadi, io trovo un angolo, un’idea, e ci ricamo sopra un pezzo. figo, adrenalinico, tutto quello che vuoi. Poi ci sono giorni come questo. Giorni in cui ricevo una storia come quella del BeaLive Festival e sento il peso e il privilegio di doverla raccontare.

E ve lo dico subito, a te che leggi, a te che magari sei capitato qui cercando il concerto del tuo rapper preferito. Mettiti comodo, ma non troppo. Perché questa non è la solita celebrazione di rime e beat. Questa è la storia di come la musica, quella vera, quella che nasce dalle crepe dell’anima, possa diventare un atto di ribellione contro il buio.

La Storia di Bea: Quando il Dolore Diventa un Superpotere

Partiamo dai fatti, nudi e crudi come uno schiaffo. 27 maggio 2023. Beatrice Zaccaro, 17 anni, se ne va in un incidente stradale. Fine. Il sipario che cala, il silenzio che assorda, il dolore che divora. Potrebbe finire qui, e sarebbe solo un’altra tragedia in un mondo che ne è pieno.

E invece no. Invece, nel momento più nero, i suoi genitori, Massimiliano e Grazia, fanno una scelta che ha del sovrumano. Rispettano la volontà di Bea. Donano i suoi organi. Un gesto. Un “sì” sussurrato all’inferno. E quel “sì” riaccende quattro vite. Quattro persone, da qualche parte, continuano a camminare, a respirare, ad amare, perché Bea, nel suo modo generoso di vedere il mondo, aveva già deciso da che parte stare.

Da quel gesto nasce un’associazione, BeaVive. E da BeaVive nasce questo festival. Capisci ora? Questo non è un evento per ricordare una morte. È un rito per celebrare una vita che, contro ogni logica, ha continuato a generarne altra.

La Piazza è Nostra: Un Lineup che Abbraccia, non Divide

E arriviamo alla musica. Il 6 settembre 2025, in Piazza Garibaldi a Cantù.

Guardi la lineup e potresti pensare: “Che c’entra Grido con Simone Tomassini? Moreno con gli Studio 3?”. È la domanda sbagliata. La domanda giusta è: cosa ci fanno tutti lì, su quel palco, quella sera?

Ci sono perché hanno capito. Hanno capito che ci sono momenti in cui il genere non conta un cazzo. Conta esserci. Conta portare la propria voce, il proprio strumento, la propria energia in una piazza che per una notte diventerà il cuore pulsante di qualcosa di più grande.

Certo, io vengo dal rap. E vedere nomi come Grido, uno che con le parole ha sempre saputo graffiare l’anima. Moreno, che dalla vittoria ad Amici ha fatto una strada tortuosa ma sempre autentica. DJ Jad, una leggenda, uno che ha messo le fondamenta per tutto quello che ascoltiamo oggi. Vedere loro su quel palco mi dà una carica pazzesca. Perché il rap è verità, è urgenza, è la voce di chi non si arrende. Ed è esattamente lo spirito di questa serata.

Ma accanto a loro ci saranno Albe, Blind, Francesco Facchinetti, Greta Ray, e tanti altri. Ognuno con la sua storia, ognuno un tassello di un mosaico che ha un solo, potentissimo, messaggio: La musica unisce. La musica salva. La musica trasforma.

Te lo dico dritto in faccia, come lo direi a un amico davanti a una birra. Non andare al BeaLive Festival per vedere un concerto. Vai lì per fare una scelta.

Dalle 16:00 alle 23:30, quella piazza non sarà solo un luogo fisico. Sarà un’idea. Sarà la dimostrazione che una comunità può stringersi attorno a una ferita e trasformarla in un abbraccio collettivo. Ci sarà lo street food, ci sarà il merchandising. Ma non saranno semplici acquisti. Tutto il ricavato andrà a sostenere i progetti di BeaVive. Ogni panino che mangerai, ogni maglietta che comprerai, sarà un “sì” detto alla vita, un mattone per costruire un futuro in cui il disagio dei giovani trova un ascolto, in cui la cultura del dono diventa la normalità. Questo è il punto. Non sei un consumatore di musica. Sei un partecipante. Sei parte della storia.

I genitori di Bea, Massimiliano e Grazia, hanno detto una cosa che mi ha steso: «Questo concerto è il nostro modo per dire che Bea è ancora qui. In ogni canzone. In ogni abbraccio. In ogni vita che potrà essere salvata anche grazie a lei. La musica non cambia il passato, ma può accendere il futuro.»

Non c’è altro da aggiungere.

La scelta è semplice. Il 6 settembre puoi startene a casa, scrollare il telefono e magari leggere il giorno dopo di com’è andata. Oppure puoi alzare il culo, andare a Cantù, e far parte di quell’abbraccio. Di quell’energia. Puoi scegliere di essere la scintilla che accende il futuro.

Io non so tu, ma ho già fatto la mia scelta. Ci vediamo in piazza.

Robert M. Generi
Robert M. Generi
Chiamami Rob! Sono metà statunitense, metà emiliano, cresciuto tra Seattle e Bologna. Appassionato di football (quello americano! :D), soprattutto tifo per i Seattle Seahawks. Amo la musica di ogni genere, ma il rap italiano mi ha rubato il cuore, spingendomi a scrivere per un magazine italiano. La lingua italiana mi fa impazzire, e cerco di mescolare le mie influenze tra le due culture nella mia scrittura. Stay tuned per scoprire di più sul mio viaggio!

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