Sedici anni. Fermati un secondo e pensaci. Sedici anni nel tritacarne del rap game italiano. È un’eternità. È abbastanza tempo per vedere tre generazioni di fenomeni bruciare e svanire come fiammiferi sotto la pioggia. Ma Emis Killa è ancora qui. Non solo è qui, ma è così radicato in questa città che sembra che l’asfalto di Milano gli scorra nelle vene. L’anno scorso, con EM15, ha celebrato un traguardo, ha fatto una festa per 25.000 anime. Quest’anno, con EM16, il 10 settembre alla Fiera Milano Live, fa qualcosa di diverso. Pianta una bandiera.

Non è più una celebrazione. È un’affermazione di dominio. È dire: “Questo è il mio regno, e queste sono le mie regole”.
E non lo fa da solo. Un re sa che la sua forza si misura dalla sua corte. Ed Emis Killa, per questa notte, sta assemblando una tavola rotonda da far tremare i polsi. Guardate i primi nomi, sentite il peso specifico. Ci sono le fondamenta, i pilastri con cui ha costruito la sua carriera: Gemitaiz, un altro highlander del flow che sa cosa vuol dire durare; Jake La Furia, la voce roca e spietata di una Milano che non perdona, un pezzo di storia vivente.
E poi c’è il sangue nuovo. Il futuro che bussa alla porta ed Emis Killa, invece di sbarrarla, la spalanca e li invita a sedere a capotavola. C’è Massimo Pericolo, la cui penna sanguina un disagio così reale che quasi ti sporca i vestiti. C’è la nuova aristocrazia della strada, Neima Eizza, Nerissima Serpe, Papa V. Questo non è un concerto con degli “ospiti”. Questa è una successione dinastica che avviene in diretta. È il vecchio leone che mostra ai cuccioli come si ruggisce, riconoscendone la stessa fame che aveva lui, agli inizi.
E dove sono quegli inizi? Sono nel cuore di questa città. Sono nel cemento del muretto di San Babila, dove un ragazzino affamato si faceva le ossa a colpi di freestyle, dove ogni rima era una battaglia per il rispetto. Vedere oggi quello stesso ragazzo, diventato uomo, prendersi un palco come la Fiera di Milano non è solo una bella storia. È la prova che il talento, la dedizione e il non dimenticarsi mai da dove cazzo vieni, alla fine, pagano sempre il conto.
E non viene a fare il reduce, a cantare solo le hit che lo hanno consacrato. Arriva con roba nuova che scotta. Arriva con la cicatrice di “Demoni” e con quel pezzo struggente, quasi notturno, che è “In auto alle 6:00” con Lazza, un’altra anima che Milano la capisce bene. Dimostra di essere ancora qui, adesso, nel 2025, a dettare il passo, a raccontare storie che contano.
Quindi, il 10 settembre non vai a sentire delle canzoni. Vai a rendere omaggio a una carriera. Vai a vedere un pezzo di storia del rap italiano che è ancora vivo e incazzato. Vai a partecipare a una celebrazione di una cultura intera, con il suo re che fa gli onori di casa. Cosa fai.. vieni o te lo farai raccontare?
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