Ve lo dico dritto in faccia: se il 12 novembre 2025 avete altro da fare, disdite.
Quello che Shablo sta portando al Teatro Arcimboldi di Milano non è la solita data del tour. È la chiusura. È il gran finale. È il momento in cui uno dei producer più pesanti d’Italia decide di salire in cattedra e fare una lezione. E voi volete essere in prima fila.
Cos’è davvero lo “Street Jazz Tour”?
Shablo ha passato l’estate a portare in giro questo spettacolo. E non è un DJ set, non è un tizio che preme “play”. È un’orchestra. È un viaggio.
È l’hip hop che si toglie il cappello davanti ai padri. È il soul, è il funk, è il jazz — tutta la roba che i vostri rapper preferiti hanno campionato fino alla morte, ma suonata viva.
Perché Shablo ha fatto un album, no? Uscito a luglio. Si chiama “Manifesto”. Un Manifesto. Non “Le mie hit estive”. Non “Il mio dischetto”. Un fottuto Manifesto.
E quando uno pubblica un “Manifesto”, poi te lo deve spiegare. Deve dimostrarlo. Il pezzo di Sanremo, La mia parola, era solo l’antipasto. Questo tour, e specialmente questa data a Milano, è la tesi. È Shablo che afferra il microfono e dice: “La musica black, la musica che ha cambiato tutto, è questa. E io l’ho portata qui.”
La Lineup sembra più un All-Star Game.
E ora tenetevi. Perché per una data-evento del genere, Shablo non si porta “qualche amico”. Si porta la squadra.
La band fissa è già illegale: il veterano Tormento (che la storia l’ha scritta), e due voci che sono il futuro dell’R&B, Joshua e Mimì (sì, quella Mimì di X Factor). Già questo vale i soldi del biglietto.
Ma è Milano. È l’Arcimboldi. E Shablo ha alzato il telefono. E hanno risposto. TUTTI.
Guardate chi cazzo sale su quel palco:
- Ernia
- Gué
- Inoki
- Irama
- Nayt
- Neffa
- Rkomi
- TY1
- Yellowstraps
- …e ALTRI A SORPRESA.
Fermi un attimo. Rileggete. Neffa. Inoki. Gué. Tormento. TY1. Questa non è una lista di ospiti, è la cazzo di storia del rap italiano. È la golden age e l’era dello streaming che si stringono la mano sullo stesso palco.
L’unica cosa che devi fare ora
Ok, ora mi rivolgo a te. Puoi startene a casa. Davvero. Puoi guardare le storie sgranate su Instagram il giorno dopo, mangiandoti le mani. Puoi sentire i tuoi amici che dicono “cazzo, c’ero” e tu no.
Oppure puoi comprare quel biglietto.
Questa non è una scelta, è un obbligo. È la differenza tra chi la musica la ascolta e chi la vive. Tra chi c’era e chi “ah, ma davvero c’era anche Neffa?“.
Non fartelo raccontare. È il 12 novembre, Arcimboldi. Shablo sta chiamando a raccolta la storia. Tu devi solo rispondere.
Clicca qui. Prendi il biglietto. Ci vediamo là.


