C’è una differenza abissale tra un “concerto” e un “evento”. Un concerto è una serata. Un evento è un momento che ti tatui sulla retina.
Quello che il Wu-Tang Clan sta portando all’Unipol Arena di Bologna è la seconda cosa. È un pellegrinaggio.
Non sto qui a farvi la lezione di storia. Se siete su questo sito, sapete chi sono. Sapete cosa significano Enter the Wu-Tang (36 Chambers) e Wu-Tang Forever. Sapete che RZA, GZA, Ol’ Dirty Bastard (R.I.P.), Method Man, Raekwon, Ghostface Killah, Inspectah Deck, U-God, Masta Killa e Cappadonna non sono una lineup, sono una mitologia.
Hanno venduto 40 milioni di dischi. Hanno cambiato la musica, il flow, il business.
Ma questa volta è diverso.
“The Final Chamber”: Non è un Greatest Hits, è un Testamento
Il Los Angeles Times l’ha chiamata “una celebrazione storica”. Rolling Stone ha detto “uno spettacolo degno della loro eredità”.
Bello. Ma non vi dice la verità. La verità è che questo non è il tour dove suonano “C.R.E.A.M.” e “Protect Ya Neck”, salutano e se ne vanno.
No. Il comunicato parla chiaro: suoneranno brani mai eseguiti dal vivo. Pezzi rari. Tutta quella roba che pensavi di sentire solo sui tuoi vinili consumati. Ovviamente, ci saranno anche le hit che hanno fatto tremare il pianeta.
È “The Final Chamber”. È l’ultimo giro nella cripta. È RZA che dice, “Continuando ad ampliare il nostro ‘cypher’, Chamber si sposta da locale a globale”. E “globale” significa che da Staten Island, passando per Las Vegas, ora tocca a noi. A Bologna.
Per i maniaci, ci sono pure i pacchetti VIP. E dentro non c’è la spilletta. C’è la possibilità di vedere da vicino la “Wu-Tang Clan Time Capsule”. Capite? Stanno chiudendo l’archivio. Stanno sigillando l’eredità.
L’unica cosa che conta: I BIGLIETTI
E ora ascoltatemi bene. Questa è la parte dove smettete di sognare e iniziate a muovervi. Questa è l’unica data italiana. L’Unipol Arena sarà il centro del mondo hip-hop per una notte.
I biglietti andranno in fumo. Non è un’ipotesi, è una certezza.
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Non c’è da “pensarci”. Non c’è “vedo chi viene”. C’è solo da esserci.
Questa è una di quelle cose che tra vent’anni, al bar, potrai dire “Io c’ero”. O dovrai mentire, dicendo di esserci stato. È l’ultima, indimenticabile occasione per essere parte della loro eredità.
Non fate l’errore della vostra vita. Prendete quel cazzo di biglietto.
